Picchiapò e cucina romanesca, una storia d’amore che ha conquistato tutti i palati.
Sulle origini di questa pietanza non si conosce molto, la cosa certa è che, come molti piatti della tradizione Romana, veniva considerato un piatto povero in quanto cucinato con gli scarti della carne.
Il suo nome bizzarro?
Anche qui ci troviamo di fronte ad un interrogativo, sono diverse infatti, le ipotesi che nel corso degli anni sono state rese pubbliche, ce chi l’attribuisce al personaggio di una storia narrata dal poeta Trilussa e chi, invece, fa riferimento all’usanza di battere la carne, “picchiarla” contro un piano d’appoggio.
Che sia la prima, la seconda o un’altra la storia del nome, di una cosa siamo certi, è una ricetta che devi assolutamente provare, il tuo palato ci ringrazierà.
Per iniziare, prepara il brodo con carote, sedano, cipolla e un limone intero.
Prendi il muscolo di manzo e lascialo cuocere nel brodo per 5 ore, trascorse le ore di bollitura, in un’altra padella, procedi con un soffritto tricolore (sedano, carota, cipolla) con un giro di olio extra vergine d’oliva, aggiungi successivamente i pelati e fai rosolare la carne per 4 ore circa.
Una volta finito il tempo di cottura, lo noterai quando il sugo si sarà ritirato, frulla il tutto e forma delle palline dal peso di 30/35 gr l’una.
Farcire le palline con la nostra stracciatella fresca e chiuderle.
Adesso è il momento della pastella, ancora non so’ pronte per essere mangiate…
Per questa, ti basterà mettere in una ciotola farina, 50 ml di olio, un cucchiaino di sale ed iniziare a mescolare velocemente.
Unire poco a poco la birra continuando a mescolare fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea.
La pastella è pronta!
“Buttare” le polpettine prima nella pastella, poi nel pane panko e… iniziare a friggere!
A doratura, levare dall’olio e servire calde!
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